Intervista a Davide Tomatis, psicologo e psicoterapeuta.
Dottor Tomatis potrebbe brevemente descriverci come si manifesta l’ansia?
L’ansia si manifesta come una sensazione di disagio e di malessere diffuso, che non sempre riesce ad essere collegata a uno specifico fattore scatenante. Spesso si associa a emozioni negative e a una sensazione fisica di irrequietezza che non permette di stare tranquilli. Da un punto di vista teorico, l’ansia è la manifestazione di un conflitto interiore tra fantasia e realtà, ovvero tra un desiderio, più o meno cosciente, e l’impossibilità di realizzarlo.
Può spiegarci meglio quest’ultimo punto?
L’aspetto più importante da tenere in considerazione è che l’ansia rappresenta un messaggio, un segnale che il nostro corpo ci invia per dirci che qualcosa potrebbe non andare nella direzione che desideriamo. Anche se ci appare come qualcosa di negativo, la sua funzione è quella di cercare di prevenire situazioni di potenziale pericolo per il benessere psicologico o fisico della persona. È una sorta di vigilanza rivolta all’interno, uno stato di attenzione per impedire che si sia colti di sorpresa da qualcosa che cambia nel proprio ambiente e che viene vissuto come una minaccia per il proprio benessere. Tuttavia, questa condizione di allerta spesso non riesce ad essere collegata a qualcosa di determinato a livello razionale e cosciente, è come se fosse una paura che non riesce ad essere associata a qualcosa di specifico. Solitamente, quando abbiamo paura abbiamo anche un oggetto reale verso il quale dirigere la nostra attenzione, mentre l’ansia rappresenta proprio una paura senza uno specifico oggetto.
Da che cosa può scaturire lo stato di ansia?
Talvolta, le nostre reazioni emotive di ansia o di paura possono essere basate su una rappresentazione molto soggettiva e non accurata dello stimolo che le fa emergere. La percezione delle situazioni che viviamo è sempre molto personale: è una ricostruzione mentale di ciò che ci circonda e viene fortemente influenzata dai nostri ricordi e dai nostri bisogni. Studi neuroscientifici confermano come in condizioni di particolare stress possa emergere uno stato di allerta tale da compromettere o confondere la memoria. Pare che lo stress possa inibire la possibilità di ricordare un avvenimento e soprattutto di associare la sensazione di ansia a una particolare situazione, senza che però venga cancellata la sensazione di disagio. In altri termini, stiamo male ma non sappiamo perché, o meglio, non ricordiamo perché.
Come si può affrontare ed eventualmente cercare di superare il malessere legato all’ansia?
Portando alla coscienza ciò che l’ansia cerca di nascondere. Grazie a un percorso di psicoterapia, la persona può iniziare a conoscere e a gestire meglio alcune proprie dinamiche interiori che provocano lo stato di malessere per evitare di esserne sopraffatta.
Psicologo e psicoterapeuta, il dottor Davide Tomatis esercita la libera professione presso il suo studio di Torino. Con lui affrontiamo gli aspetti di questa combinazione di emozioni negative che turba la vita di tante persone.