Un dialogo per favorire l’integrazione culturale e religiosa tra mondo islamico e mondo cristiano.
Economy of Love: l’uomo come essere in grado di “agire” ma consapevole di doverlo fare nel rispetto della Terra in tutte le sue forme, senza danneggiare l’ambiente e senza inquinarlo.
L’ecologia dello spirito e della materia, ma anche un nuovo concetto di economia sono alla base di “Economy of love” da cui nasce in Egitto Sekem, una realtà agricola ma anche il cuore pulsante di un sistema produttivo e culturale attorno al quale gravitano persone di culture e religioni diverse. A Sekem, infatti, lavoratori e collaboratori vengono coinvolti in attività economiche ma anche artistiche e culturali e, grazie a queste forme di integrazione, viene promossa la crescita di ogni individuo indipendentemente dalla sua etnia e fede religiosa. I diversi orientamenti religiosi sono sovente fonte di divisioni e di conflitti: non solo sul piano teologico ma anche e soprattutto su quello pratico.
Riuscire a trovare un preciso punto di contatto nell’interesse per la salvaguardia del nostro pianeta e per la tutela dei diritti e della dignità dell’uomo possono diventare fonte per un rinnovato incontro tra gli appartenenti alle diverse religioni. Senza che nessuno debba rinunciare alla sua specifica identità e alla propria fede.
Economy of love
Economy of love: è stata al centro dell’incontro tenutosi a Bologna, alla presenza del cardinale Matteo Maria Zuppi; del responsabile di Sekem Helmy Abouleish; della prof.ssa Nibras Breigheche; del presidente del Fai Emilia Romagna, Marina Senin Forni e di FabioBrescacin, presidente di EcorNaturaSì.
Attorno al dialogo e all’incontro pacifico tra esseri umani e tra di essi e la natura, si muove anche l’attività del neo cardinale Matteo Zuppi che nella sua ricerca si è a lungo interrogato sulle paure che alimentano ostilità e intolleranze, sulle conseguenze dell’individualismo sfrenato che “induce le persone a idolatrare il benessere personale e le rende impermeabili alla sofferenza altrui, ma anche più fragili e incapaci di pensarsi in relazione agli altri”. Come si legge nella presentazione del suo libro “Odierai il prossimo tuo” (Edizioni PM): “la vera sfida è ritrovare l’autentica solidarietà, intesa come forte partecipazione alla vita degli altri”.
“Lavorare insieme a uno scopo comune come quello della salute della terra e la salute delle persone crea di fatto comunità, indipendentemente dalle diversità individuali, sociali e religiose. Questo accomuna l’esperienza di EcorNaturaSì a quella di Sekem e di molte altre realtà nel mondo. Helmy, il padre Ibrahim e i collaboratori di Sekem hanno coltivato in Egitto gli stessi ideali che noi cerchiamo di coltivare nella nostra realtà italiana e stiamo lavorando con Sekem per avere nei nostri negozi i prodotti del loro lavoro. Queste esperienze non possono che essere una luce di speranza verso il futuro di tutti”, afferma Fabio Brescacin, presidente di EcorNaturaSì.
Sekem
Sekem nasce in Egitto dalla volontà di Ibrahim Abouleish di trasformare un territorio deserto e arido, lacerato dai conflitti religiosi e culturali, in una terra fertile, secondo la visione di uno sviluppo umano sostenibile guidato dai valori e dalle tecniche dell’agricoltura biodinamica.
Oggi l’eredità di Ibrahim cammina sulle spalle del figlio Helmy e conta ben 85 aziende agricole biodinamiche per un totale di 20.000 ettari di terreno e 2.000 lavoratori impiegati, oltre alla nuova Heliopolis University, che ospita 2700 studenti, dove scienza, arte e cultura si integrano. Una realtà sorprendente, alle porte di una città complessa come Il Cairo.