L’Associazione Anziani Oggi opera nei campi della cultura, della comunicazione, della ricreazione, della formazione, dello sport e del tempo libero.
Genova – Aiutare gli anziani a riacquistare fiducia in se stessi e nelle proprie capacità. È questa la finalità di un percorso che parte dal recupero delle capacità motorie, passa per la riscoperta delle abilità manuali e giunge alla valorizzazione degli interessi intellettuali. Si riesce in questo modo a conferire all’anziano un senso di benessere tale da allontanare gli stati depressivi e le frustrazioni spesso presenti nel processo di invecchiamento.
Ne parliamo con Cristina Barbera, presidente dell’Associazione Anziani Oggi e docente di “Attività motoria per adulti e anziani” presso il corso di Laurea in Scienze Motorie, facoltà di Medicina e Chirurgia di Genova, e con Antonella Filippi, dottore in Scienze Motorie e “storica animatrice” di Villa Piaggio.
Professoressa Barbera, qual è stato il percorso che, in quasi trent’anni di attività, ha fatto di Villa Piaggio il punto di riferimento per tanti anziani, e per i loro familiari?
L’Associazione Anziani Oggi è nata nel 1983. Stavo studiando all’ISEF di Genova. Per un esame decisi di portare un lavoro su un’attività che mancava nel mio quartiere: quella rivolta agli anziani.
In verità, mancava in tutto il territorio genovese. E non esistevano neppure corsi di formazione rivolti a operatori per la terza età. Per questo dovetti trasferirmi a Bergamo.
Una volta conseguita la specializzazione feci domanda alla circoscrizione di Castelletto. Nacque così il primo corso di attività motoria. All’inizio erano iscritti quattro anziani che divennero una dozzina alla fine dell’anno. Poi venti, quaranta, settanta. Oggi abbiamo raggiungo il migliaio di iscritti. Nel frattempo sono trascorsi trent’anni.
Oggi, però, i corsi che si tengono a Villa Piaggio sono tantissimi. Come sono nati?
Sono solita ripetere che in effetti non ho fatto nulla: mi sono limitata ad ascoltare le persone. Ho cercato di capire le loro esigenze e creare le attività che loro desideravano.
Ben presto, i soli corsi di attività motoria non erano più sufficienti. Incominciammo quindi a proporre nuove iniziative quali: Tai Chi, Yoga, ginnastica vertebrale. È stata poi la volta di pilates e fitness. Intanto le offerte di corsi si estendevano anche ad altre fasce d’età.
Non più solo gli anziani, che rimangono comunque la maggioranza tra gli iscritti, ma sono entrati a far parte della nostra associazione anche i loro figli e i nipoti.
Qual è stato il punto di svolta per la crescita della vostra associazione?
Nel 2001, mi sono laureata in Scienze motorie. In seguito ho ottenuto una cattedra presso l’università di Genova. Questo mi ha dato la possibilità di proporre progetti di sperimentazione. Sono nati così, ad esempio, i corsi AFA (Attività Fisica Adattata), poi quelli ginnastica dolce. Infine sono stati creati i Gruppi di cammino. Un progetto, quest’ultimo, che è entrato a far parte del Piano regionale della prevenzione e del programma nazionale Guadagnare salute.
In cosa consistono i gruppi di cammino?
L’idea è quella di creare dei gruppi di anziani che si ritrovano due volte alla settimana per seguire un insieme di attività all’aperto. Il programma prevede momenti di cammino normale e veloce alternati a esercizi fisici. Obiettivo: migliorare l’equilibrio, in un’ottica di prevenzione dalle cadute.
Inizialmente a guidare i gruppi è un operatore specializzato. Dopo alcuni mesi, in molti casi, il ruolo di conduttore viene assunto da un componente del gruppo che diventa walking leader.
Il nostro walking leader è nonno Gino che guida il suo gruppo lungo il percorso tra Villa Piaggio e Villa Gruber.
Ulteriori iniziative in pista?
Un altro progetto, che per primi abbiamo proposto a Genova, sono i corsi di ginnastica per chi soffre di mal di schiena, e l’attività fisica adattata a chi è affetto da Parkinson.
Un altro progetto che stiamo attualmente portando avanti è rivolto ai bambini della scuola elementare Maria Mazzini, dove proponiamo attività motorie di base e corsi più impegnativi come la ginnastica artistica e il mini-volley.
Un’ulteriore iniziativa di cui mi preme parlare è quella della Pallastrada. L’idea nasce dalla constatazione di come, oggi, si sia incredibilmente ridotto il tempo che i bambini dedicano al gioco.
Mentre aumentano gli impegni e le attività organizzate.
La Pallastrada vuole essere una risposta a questa situazione. Per fare in modo che i bambini possano riappropriarsi in modo fantasioso della dimensione ludica. Giocare a palla in strada non vuole banalmente dire giocare a calcio. Si vuole invece ricreare una situazione non precostituita, in cui il gruppo di bambini, di volta in volta reinventa le regole del gioco, in base allo spazio, alla situazione, alle abilità dei singoli partecipanti, che possono essere anche di età differenti.
Come avveniva quando eravamo piccoli noi.
Oltre a questo, l’associazione dedica anche uno spazio ad attività manuali e iniziative culturali?
Accanto alle attività motorie sono state avviate nel tempo anche quelle che chiamo le attività alternative. Anche in questo caso seguendo proposte e aspettative dei nostri associati.
Ad esempio, un giorno, una delle signore che partecipavano a un mio corso, insegnante di inglese in pensione, mi ha chiesto di poter organizzare, una volta alla settimana, degli incontri durante i quali poter parlare in inglese. È nato così il primo corso di lingue.
A questo sono seguiti quello di francese, poi bridge, burraco, bijoux, ceramica, chitarra.
Alcuni sono svolti da professionisti e sono a pagamento. Altri sono gratuiti per gli associati.
Devo dire che sono rimasto positivamente colpito tanto dal numero di soci che dalla molteplicità delle iniziative svolte dall’Associazione Anziani Oggi. Immagino che non sia facile gestire una struttura di queste dimensioni?
Personalmente, e per tutti quanti operano nell’associazione, si tratta di un impegno non indifferente. Per questo un ringraziamento particolare va, oltre ai miei collaboratori, anche al Consiglio di Circoscrizione Centro Est che è stato per noi un punto di riferimento fondamentale, che ci ha sempre sostenuto, soprattutto nella fase iniziale.
Le capacità professionali ma anche la passione che anima gli istruttori è sicuramente uno dei fiori all’occhiello dell’associazione Anziani Oggi. Dottoressa Filippi, che cos’è che fa di un istruttore un buon istruttore?
Credo che il nostro punto di forza risieda nella scelta degli istruttori ma anche e soprattutto nel loro costante aggiornamento. I corsi sono tutti tenuti da persone provenienti da Isef e Scienze motorie.
Poi, mensilmente ci sono degli incontri tra gli operatori, durante i quali ci confrontiamo mettendo in comune quelle che sono le personali esperienze maturate nello svolgimento delle varie attività. Un modo estremamente valido per trovare sempre nuovi stimoli e poter offrire un programma di attività variegato e puntuale.
Un percorso che porta l’istruttore ad una progressiva maturazione sia professionale sia personale?
Negli anni anche le tecniche di lavoro sono cambiate, sulla base di nuove scoperte, di nuove conoscenze. Per questo è importante mantenersi aggiornati.
Ma per noi risulta fondamentale anche l’esperienza maturata nell’approccio all’interno del gruppo. Nello svolgimento della nostra attività oltre alla componente tecnica esiste anche un aspetto che poteremmo definire di animazione. Queste due parti devono coesistere, armonizzarsi, per ottenere i migliori risultati. Non bisogna mai dimenticare che la persona deve essere il fulcro della nostra attenzione.
Questo vuol dire che occorre mettere al cento non l’esercizio ma l’individuo?
Certo la programmazione è importante ma questa va di volta in volta, di giorno in giorno adattata a quelle che sono le esigenze del singolo. Occorre creare una situazione in cui ciascun componente del gruppo possa esprimersi al meglio. Tutti, nessuno escluso, devono sentirsi partecipi, riuscire a esprimere se stessi.
Per questo dobbiamo stimolarli, farli sentire a proprio agio all’interno del gruppo, creando armonia. Favorendo la socializzazione.
Il legame che si forma tra di loro li spinge a frequentare con assiduità la palestra, magari superando i piccoli ostacoli, i momenti di stanchezza o di scoramento.
Ci sono ulteriori finalità perseguite nello svolgimento dei corsi?
Un altro obiettivo è la consapevolezza. Vale a dire portare la persona a riappropriarsi del proprio corpo, a migliorare la percezione di sé, a diventare consapevole delle proprie capacità di movimento e di coordinazione.
Ma anche a liberarsi dei blocchi psicologici: a diventare più gioiosi, ad avere più fiducia in se stessi.
Come riuscite ad ottenere questi risultati?
Innanzi tutto ogni attività deve essere svolta rispettando l’età e le capacità di ciascun componente del gruppo. Fin dai primi approcci occorre aiutare l’anziano a superare il timore con cui affronta un nuovo esercizio. Per lui è una costante sfida che lo porta a scoprire i propri limiti e le proprie potenzialità. Ma è anche un momento di svago e benessere che lo fa star meglio fisicamente.
Il risultato è che ci si sente più liberi nello svolgimento delle varie attività quotidiane. Salire le scale diventa più facile, i lavori di casa sono meno pesanti, è più semplice vestirsi.
Ma ripeto: non basta la semplice, pedissequa ripetizione di un esercizio per ottenere buoni risultati. È necessario un approccio olistico che comporti benefici non solo a livello fisico ma anche psicologico.
In definitiva, un buon istruttore deve essere anche un po’ psicologo?
L’insegnante non è solo un tecnico ma deve anche essere capace di vedere la persona nella sua interezza, coglierne le sfaccettature.
Inoltre le fasce d’età sono estremamente variegate. All’interno della stessa classe possiamo avere persone di 55 anni come quella che ha ottant’anni. Inizialmente pensavamo fosse difficile far convivere generazioni diverse all’interno di uno stesso gruppo. Ci siamo invece accorti che questo può diventare stimolante per tutti. Basta saper valorizzare e amalgamare le caratteristiche proprie a ciascuna generazione, evidenziando che tutti sono spinti da obiettivi comuni: la voglia di sperimentare, di mettersi alla prova di dimostrare a se stessi e agli altri di essere in grado di poter fare una cosa che magari all’inizio sembrava complicata se non impossibile.
Il momento più bello?
Ce ne sono tanti. Ma se proprio devo sceglierne uno direi la festa dell’associazione, che di solo facciamo a maggio, con le esibizioni dei vari corsi. Ma queste dovete venirle a vedere.